Saturno contro

Un film saturnino per un mondo nuovo.

di Valentina Minoglio

Il film Saturno contro, uno splendido film di un grande regista cantore dei nostri tempi di amore e ombra, è denso di simbologie saturnine, anche se in apparenza non così evidenti.

È sempre confortante vedere come l’astrologia possa essere una griglia esoterica che sottende la realtà e aiuta non solo a interpretarla ma ad ascoltarla e viverla in modo più profondo e magico, aiutandoci a scorgervi elementi mitici e a vivere il nostro mito.

La vita che morde

Lo stesso regista ha dichiarato che è un film sulla maturità, sulla presa di coscienza e sull’affrontare le crisi e il dolore. È già qui siamo a casa di Saturno. Il protagonista, Davide, realizza il suo grande dolore in un ambiente che richiama il pianeta: prima camminando in salita in montagna, e poi su una scogliera. Edè questa scena che dà, in modo incredibilmente intenso, la misura del significato di questo pianeta: che costringe ad accettare non tanto il dolore e la morte, ma la vita. Una vita che “morde”, che non lascia tregua. In cui l’amore, sempre, tradisce, fa soffrire, uccide e ci fa morire. Anche se alla fine si e ci riscatta: se è vero amore è più forte della morte e del tempo.

Consapevolezza

E a cui però è necessario arrendersi. In una sorta di rinascita: Davide, appena prima, si perde in un giardino di melograni (che richiamano Ade e Plutone: interessante che nell’antichità Saturno e Plutone come pianeti coincidessero), e quando accetta la saturninità della vita (che secondo il regista tutti prima o poi dobbiamo accettare) si strappa alla morte e alla visione di un abisso molto invitante, rinascendo in modo doloroso ma consapevole.

Anche la protagonista femminile, Angelica, incarna Saturno: quando vuole “tagliare i rami secchi”, e soprattutto con il suo autocontrollo quasi ferreo delle emozioni e dei sentimenti. Che tutti i protagonisti mostrano. E saturnina è anche la lentezza: tutto scorre pianissimo, tutti sembrano aver bisogno di riflettere più che di vivere, facendo interminabili pause scandite da una sigaretta.

Ozpetek

Il regista sembra conoscere bene le simbologie di Saturno e il male di vivere che segna una generazione. Del resto Ozpetek, nato il 3 febbraio 1959, è un Acquario, dove Saturno è esaltato, e ha un Saturno molto forte: in Capricorno, trigono a Plutone e a Venere. Molto interessante è anche il Grado Tebano del suo Saturno: rappresenta un disco solare e due chiavi, le chiavi del Cosmo, una d’oro e una d’argento. Una vestale tiene una lampada. È un grado di spiritualità superiore e di iniziazione. E richiama, sorprendentemente, il significato di Saturno di Lisa Morpurgo: un Sole alternativo astro di un mondo nuovo, con valori alternativi (nel film si aprla anche di legami allargati, di Dico…). Forse, proprio il mondo di Saturno che questo splendido film inaugura. Rispecchiando una realtà che già esiste, almeno per i quarantenni un po’ persi, un po’ incapaci di vivere, affezionati alla depressione ai quali il film è rivolto.

Un mondo alternativo

Astronomicamente, Saturno sembra essere molto simile alla versione che ne ha dato la geniale astrologa: astronomicamente è il pianeta più lontano dalla Terra che sia visibile ad occhio nudo, il sesto pianeta del sistema solare, secondo per grandezza dopo Giove. Compie il suo moto di rivoluzione in circa ventinove anni e mezzo. Pianeta noto per i vistosi anelli brillanti che lo circondano a settembre dello scorso anno è stato scoperto un nuovo anello scuro. E’ il pianeta che possiede più satelliti, dal numero ancora in certo, circa una cinquantina, ma solamente sette di questi hanno una massa sufficiente da aver assunto una forma sferoidale. Secondo le ultime osservazioni della sonda Cassini,che ha realizzato anche splendide fotografie, sembra che su Saturno o sui suoi satelliti ci possa essere la vita: Dione per esempio, una delle lune di Saturno, è ricoperta di ghiaccio , considerato foriero di vita.

Lisa Morpurgo

In questo senso Saturno, proprio come sosteneva la Morpurgo, diventerebbe l’astro di un universo alternativo e antitetico al nostro, solare e vitalistico. Un universo che i fans di Star Trek potrebbero identificare con quello vulcaniano: logica e fredda razionalità opposta alle emozioni umane, contraddittorie. Ma… come anche il telefilm dimostra, la razionalità si mette spesso al servizio delle passioni per aiutare “gli umani” a vivere in modo più equilibrato.

Il Gioco di Mercurio

Il film comunque ha scene bellissime, intrise di significati astrologici e mitologici. Le protagoniste femminili hanno nomi di dee, divinità forti, con grandi consapevolezze, molta accettazione e un pizzico di imporovvisazione. Il protagonista poi ritorna alla vita quando viene invitato a Giocare da un Mercurio, opposto speculare di Saturno, un personaggio un po’ immaturo e irresponsabile, un eterno fanciullo.

E giocando accetta le regole del Gioco. Una voce in sottofondo dice “volevo l’eternità, che tutto rimanesse uguale”.

L’eternità

Ma questa eternità è di questa vita? O la dà solo la morte? O una consapevolezza diversa, quella di Saturno appunto. Il comprendere che tutto scorre, che la vita non si ferma, può anche tradirci e farci malissimo. Ma l’eternità può essere fuori del tempo, in uno spazio sacro, un istante che dà senso. Lo spazio dell’amore, che se è vero non muore e trova il modo di riallacciare i fili spezzati. In un senso che non tradisce. Lo spazio della magia. Degli dei.


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